di Cosimo Centonze | 05 Marzo 2014
RECENSIONE | La Grande Bellezza è un film meraviglioso, c’è un luce immaginifica che riflette la grandezza della città che fa da contraltare con la riflessa della luce che filtra dai piccoli personaggi che si agitano nel film, tutti sconfitti dalla loro ricerca di essere migliori, solo Romano (Verdone) nella sconfitta rimane sè stesso, è uno dei pochi personaggi realmente reali (assieme a Ramona, interpretata da Sabrina Ferilli). Il protagonista, invece, è un perdente di successo così a suo agio nelle feste, così infastidito dal suo io, cosí pieno del suo grosso ego, cosí rinchiuso in un piccolo barocco. Se “La Dolce Vita” rispecchiava i meravigliosi anni e rampanti anni ’60, questo film illumina appieno la limitatezza attuale dei nostri socchiusi orizzonti. Sorrentino è ormai giunto alla sua piena maturazione, sapendo bilanciare, con perizia, ritmo e luce, contornando tutto il film di silenzi urlanti, e Antonioni ci ha mostrato quando essi servano a donare profondità al racconto, i dialoghi così vacui non fanno che accentuare l’oscurità di chi li pronuncia. I monologhi di Jep, rappresentano una delle pagine più felici del nostro cinema, in particolare quando afferma: “A questa domanda, da ragazzi, i miei amici davano sempre la stessa risposta: “La fessa”. Io, invece, rispondevo: “L’odore delle case dei vecchi”. La domanda era: “Che cosa ti piace di più veramente nella vita?” Ero destinato alla sensibilità. Ero destinato a diventare uno scrittore. Ero destinato a diventare Jep Gambardella”, riesce a descrivere completamente sé stesso con un semplice tratto di pennello. E che dire del suo interprete? Servillo ormai non recita, vive in una pellicola, è egli stesso il film. Bravissimo Buccirosso, nelle sue frasi spezzate e confuse, pronunciate sottovoce ma sempre ficcanti, la Ferilli recita sé stessa, non mi pare un grande sforzo. Molte son state le critiche a Verdone, al suo personaggio e da come viene interpretato. A chi scrive è piaciuto: innanzitutto non è facile per un grande regista farsi dirigere da un collega e poi l’ho trovato molto misurato, con tono, mai sopra le righe, così come è Romano nella vita.
Questo film è un capolavoro ai livelli de “La Vita è Bella”? Non credo sia importante rispondere a questa domanda, l’Italia ha trionfato alla Notte degli Oscar con un buon film d’autore, è questo il dato da sottolineare e di cui essere orgogliosi. Grazie Paolo. In fondo è una festa la vita,viviamola insieme!
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