di Valentina Perrone | 02 Luglio 2014
È stato solo un attimo, fugace apostrofo di un reale inaspettato, ma in grado di segnare, in maniera indelebile, il trascorso di numerose vite. Prima fra tutte quella dell’Appuntato Scelto Giuseppe Palombo, nativo di Campobasso ma residente a Guagnano, tragicamente strappato alla vita il primo luglio di dieci anni fa. A lui è dedicato “Attimo”, il cortometraggio scritto e diretto da Roberto De Cruto, prodotto da Giulio Neglia per l’Associazione Culturale “Salenzia” di Lecce. Undici minuti di emozioni autentiche, da togliere il fiato, faccia a faccia con un ricordo fortissimo, per sempre impresso nella memoria di molti. Realizzato tra Carmiano e Villa Baldassarri, rispettivamente teatro della vicenda e frazione guagnanese in cui Palombo viveva con la sua famiglia, il piccolo film racconta in maniera impeccabile il triste epilogo della vita del carabiniere, insignito della medaglia d’oro al valor civile alla memoria e di numerosi altri riconoscimenti di merito, a conferma del suo sacrificio estremo compiuto a favore degli altri. Era la sera del primo luglio 2004 quando tre ragazzini, aggrediti violentemente da un anziano in preda alla rabbia più audace, chiesero aiuto ad alcuni carabinieri che erano in servizio lungo la zona. Tra loro vi era anche Palombo, all’epoca 38enne, che provando a tranquillizzare l’uomo, fu da questi ferito a morte con un fucile, separandolo definitivamente dalla moglie e dai figli di 10 e 12 anni. Alla realizzazione del corto hanno collaborato Diana Palombaro, direttore della fotografia diplomata presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, Lorenzo Manisco, aiuto regista, Biagio Gurrieri e Emanuele Giunta per il suono in presa diretta. Il primo luglio scorso, in occasione del decennale della morte del carabiniere, il corto, la cui realizzazione è stata patrocinata dai Comuni di Carmiano e Guagnano, è stato reso pubblico su Youtube. In quel caldo pomeriggio di dieci anni fa, tutto si consumò d’innanzi agli occhi increduli di tre ragazzi appena quindicenni. Uno di loro era proprio Roberto De Cruto, l’ideatore e autore del cortometraggio. Fu lui a chiedere aiuto a Palombo, in quell’attimo della sua vita divenuto poi momento imprescindibile di tutta la sua esistenza. «Non è stato facile – spiega Roberto – scrivere e mettere in scena quei momenti indelebilmente impressi nella mia memoria». Il suo racconto è colmo d’emozione autentica e inevitabile, di cui non fa affatto mistero. «In un solo attimo – continua – la mia vita e quella di Giuseppe si sono incrociate, per legarsi indissolubilmente e rimanere unite per sempre». Il suo pensiero vola ai familiari del militare, ossia alla moglie Tiziana e i figli Carmen e Gianni. «A loro va il mio enorme grazie, per avermi supportato e incoraggiato sempre, fino alla fine del progetto. Per loro non è stato facile ripercorrere quel triste vissuto, ma nonostante ciò non mi hanno mai lasciato solo». «Spero di essere riuscito – conclude – a rendere noto, con tutta la delicatezza possibile, quello che un uomo semplice come Giuseppe è riuscito a fare, sacrificando la propria vita per un ragazzino conosciuto solo pochi minuti prima. Accanto a me quel giorno non c’era l’appuntato Palombo, ma il grande uomo che lui era e che io non dimenticherò mai».
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