di Valentina Perrone | 10 Luglio 2014
Un incontro carico di attese. Indiscutibilmente per le istituzioni locali ma, ancor di più, per gli agricoltori. Per coloro che sono, loro malgrado, i protagonisti indiscussi dell’intera vicenda. L’Assessore regionale all’Agricoltura e alle Risorse Agroalimentari Fabrizio Nardoni ha incontrato ieri a Salice Salentino i sindaci di Salice e Guagnano, insieme a Gabriele Pagliardini, coordinatore regionale dell’Assessorato all’Agricoltura, e Sergio Blasi, consigliere regionale del PD. All’incontro erano presenti, altresì, gli assessori comunali competenti, i piccoli contadini e numerosi operatori locali del settore agricolo. Focus dell’incontro: discutere in merito ai devastanti eventi atmosferici che nel giugno scorso si sono abbattuti sulle terre del negroamaro. «Noi vogliamo una presa di posizione fortissima – ha subito dichiarato il vice sindaco di Salice e delegato all’Agricoltura Gaetano Ianne – che possa portare a risposte concrete che pongano rimedio alla situazione gravissima in cui versano buona parte dei nostri agricoltori». Le violente grandinate hanno distrutto vaste distese dei vigneti di Guagnano e Salice che danno vita al pregiato vino negroamaro, senza risparmiare, altresì, ulivi secolari e ampie coltivazioni di frutta e ortaggi. «Il problema delle conseguenze derivanti dalle calamità naturali – ha spiegato Nardoni – è vastissimo e riguarda tutto il territorio nazionale. Stiamo lavorando sul prossimo Piano di Sviluppo Rurale per prevedere possibili finanziamenti a opere infrastrutturali che possano fungere da protezione alle colture, ipotizzando anche misure specifiche per far fronte alla perdita del reddito generata da eventi di tale portata». Intanto i contadini fanno sapere che «l’avvenuta perdita non riguarda solo l’annualità in corso, ma si protrarrà anche nelle prossime annate, dal momento che il danno subìto ha seriamente compromesso le colture nelle loro fasi determinanti di crescita». Sembra che nell’attuale Piano di Sviluppo Rurale non sia stata prevista la misura relativa al ripristino del potenziale produttivo agricolo danneggiato dalle calamità naturali. Se così non fosse stato, le opportunità di intervento sarebbero state, oltre che maggiori, di certo più immediate. «Pensare che la Regione Puglia – ha dichiarato Pagliardini – possa intervenire con il proprio bilancio per gli eventi atmosferici di tutto il territorio regionale è purtroppo insostenibile finanziariamente». Dall’incontro è emerso che molto si deve fare in tema di sensibilizzazione in materia di coperture assicurative, anche considerando che la maggior parte delle misure di sostegno si rendono fattibili in presenza di una polizza preventivamente attivata. Al momento l’esatta quantificazione dei danni è al vaglio degli uffici tecnici di entrambi i Comuni. Affinché venga proclamato lo stato di calamità, i danni subìti dall’agricoltura di Salice e Guagnano dovranno superare il 35% della produzione. «Faremo tutto il possibile – hanno dichiarato Nardoni e Pagliardini – affinché il riconoscimento istituzionale da parte del Ministero venga raggiunto, potendo così usufruire di tutti i sostegni che la legislazione prevede». Dello stesso impegno si fa carico anche Sergio Blasi, sottolineando, inoltre, come «il colpo subìto è anche un problema di immagine, di promozione del territorio, di qualificazione sul piano turistico, con le evidenti ripercussioni sull’intera economia pugliese». Intanto i sindaci Leone e Tondo assicurano ai contadini coinvolti «sgravi fiscali sui tributi locali (primo fra tutti l’IMU), nei casi di assenza di copertura assicurativa e di attestazione di un danno sulle coltivazioni maggiore del 50%». Sono soprattutto i piccoli contadini i maggiori protagonisti del disagio arrecato dal maltempo, quelli che, per ragioni di natura essenzialmente economica, mancano, appunto, della messa in atto di misure assicurative che, in casi come questo, intervengano a copertura del danno. «Si tratta di quei piccoli lavoratori della terra – ha dichiarato il sindaco di Guagnano Fernando Leone – che, senza nulla togliere ai grandi imprenditori, si rivelano preziosissimi per il nostro territorio. Senza il loro lavoro, tanti piccoli appezzamenti resterebbero incolti, con tutte le inevitabili conseguenze che ne deriverebbero».
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