Football Guagnano 2008, Sport / Guagnano
di Enrico Civino | 12 Ottobre 2014
Pomeriggio sereno, 22 gradi di temperatura, vento leggero, terreno di gioco perfetto. Fra Guagnano e CapoLeuca non si è verificato, mai, alcun incontro. Novità assoluta, quindi, la gara di oggi fra due squadre che navigano, dopo le prime due giornate, nelle parti alte della classifica. Il nostro invito “Certo è che il Guagnano è squadra da prendere con le pinze, non stiamo parlando di chi è in lotta per la salvezza. I nostri ragazzi sono AVVISATI, facciamo anche domani (oggi ndr) la solita grande partita” è servito. Il Guagnano ha giocato la sua solita grande partita, non sono servite al CapoLeuca tutte le precauzioni da presunta grande squadra. Alla fine il risultato è stato: GUAGNANO batte CAPOLEUCA 1 a 0. PRIMA FRAZIONE: Diverse situazioni da goal mancate dal Guagnano ed un palo clamoroso di Resinato; per il CapoLeuca un solo tiro nell’arco dei primi 45 minuti, niente di che. SECONDA FRAZIONE: azioni a ripetizione del Guagnano sbagliate di un soffio sino al goal liberatorio di Chirivì su punizione, splendido davvero. IL FILM: Difesa a 5, poche azioni. I gialloblù pensano soprattutto a proteggersi, però non ci sono le forze per andare in attacco: squadra troppo bassa. Nel gioco degli scacchi l’arrocco è una mossa che coinvolge il re e una delle due torri. Sostanzialmente si invertono le posizioni di questi due pezzi per proteggere il re e toglierlo da una zona «scomoda». Loris Zappatore, nel tentativo di percorrere tutte le strade, prova pure l’arrocco: dalla difesa a 3 a quella a 5, massima attenzione nel cuore del campo dove è più facile subire le accelerazioni, le sgommate e le invenzioni dei rossazzurri. Il problema è che questa mossa «scacchistica» comporta un arretramento generale della squadra: il baricentro medio si abbassa notevolmente e arriva a quota 35 metri. Ciò significa che il CapoLeuca, pur cercando di cautelarsi e di coprirsi, perde il controllo del campo e, dunque, della partita. Alla fine i rossazzurri giocano il 75% dei palloni contro il 25% del CapoLeuca. Logica la conseguenza: meno possibilità si hanno di costruire azioni e meno soluzioni offensive ci sono. Altro dato da tenere in considerazione: il CapoLeuca, nonostante la mossa dell’arrocco, non è abbastanza corto e compatto (35 metri contro la difesa altissima del Guagnano). Da ciò deriva la mancanza del solito pressing e degli altrettanti soliti raddoppi di marcatura. I gialloblù sono passivi, assistono alle avanzate dei ragazzi locali opponendo una resistenza molto leggera e non hanno nè le forze fisiche nè le qualità tecniche per uscire con il pallone tra i piedi e ribattere colpo su colpo. Analizziamo la fase offensiva degli ospiti e per capire come gioca il CapoLeuca basta un dato: 15 lanci. Una volta si diceva: palla lunga non è mai corta, palla alta viene sempre giù. E’ il vecchio calcio alla «viva il parroco». I difensori «picchiano» il pallone lungo sperando che il centravanti Vergari riesca ad arpionarlo, lo protegga, lo difenda e magari qualche compagno gli vada a dare una mano. Con un simile atteggiamento è difficile fare tanta strada. Anche perché i terzini salgono pochissimo e pochissimo aiutano in fase offensiva. Cross non ne arrivano (10 contro i 22 del Guagnano), dribbling se ne vedono raramente, e allora come si può pensare di impensierire la difesa del Guagnano? Non ci si riesce nemmeno quando Zappatore, nel disperato finale di partita, decide di giocarsi la mossa del contro-arrocco: basta con la difesa a 5, si torna a 4 e si mettono dentro addirittura 4 punte. Due idee (assolutamente in contrasto tra loro) all’interno della stessa sfida: un po’ di confusione c’è. Mister Leone, dal canto suo, ha “stirato” il CapoLeuca, portato i suoi alle spalle del Minervino nel girone e si è girato verso la tribuna: ha mostrato la sua faccia sorridente e soddisfatta: sta nascendo la “banda” dei ragazzini. Amore e non vendetta. La serata è rosea, anche se l’allenatore predica la calma parla di «gara equilibrata, decisa da chi ha sfruttato di più le occasioni». Non è proprio così: il match è stato in bilico per un’ora, ma quando il Guagnano è passato in vantaggio, i gialloblù sono rimasti in ginocchio. Ci si aspettava un ribaltamento dovuto alla loro buona tecnica. Invece sono stati i guagnanesi a tenere palla, affondare per tentare il bis o guadagnare angoli e punizioni che hanno fatto respirare. Errori e meraviglie: E’ vero che la rete è arrivata su palla ferma di chi aveva il possesso, ma due difensori hanno valutato male il lancio dei guagnanesi facendo fallo con calcio di punizione trasformata dal play rossazzurro . Ma non c’è stato bisogno della versione squadra già forgiata per superare in tutti i sensi questo CapoLeuca. L’ARBITRO: FEDERICO PELOSO, della Sezione di Barletta – una buona direzione. Unico neo i pochi cartellini gialli mostrati al Capoleuca.
I tabellini della gara:
GUAGNANO-CAPOLEUCA 1-0 (0-0)
GUAGNANO: 1.Miccoli 7; 2.Mele 7 (16.Montefrancesco sv), 3.Simmini 7, 4.Chirivì 8, 5.Ricciato 7, 6.Casaluci 7; 7.Resinato 7,5, 8.Colletta 7, 9.Alfarano 6 (15.Palazzo 6,5), 10.Nestola 6,5, 11.Pastorelli 7 (17.Scalinci 6,5). A disposizione: 12.Leccese, 13.Leardi, 14.Persano, 18.De Pascalis. Allenatore: Lorenzo Leone.
CAPOLEUCA: 1.Sergi 7; 2.Fino 6, 3.Calabrese 6, 4.Pizzolante 7, 5.Melle7, 6.Spagnolo 6; 7.Melcarne 5 (14.Petracca 6), 8.Caracciolo 6 (15.Negro 5), 9.Vergari 4 (18.Trane 5), 10.Ciardo 5, 11.Culiersi 5. A disposizione: 12.Sciuscio, 13.Petracca, 16.Presicce, 17.Fersini. Allenatore: Loris Zappatore
ARBITRO: Peloso 6,5.
RETI: 34’ st. Chirivì.
NOTE: Spettatori: 200 circa. Ammoniti: Mele, Simmini, Ricciato e Colletta (G), Melle Caracciolo, Ciardo e Culiersi (CapoLeuca). Angoli: 7 a 4 per il Guagnano. Recupero: pt. 2’ e st. 4’.
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