di Pierluigi Pinto | 21 Luglio 2015
Di quell’anno, il 1985, ricordo bene tre cose: la prima indelebile, il gol vittoria di Robertino Rizzo nel finale della partita col Bari, un leccese verace che sconfigge gli odiati cugini, pazzesco. La seconda, e qui un po’ arrossisco, la partita col Pisa, un enorme collettivo caloroso “vaffa” indirizzato alla squadra toscana da tutto il pubblico del Via del Mare, in tanti anni di partite non ne ho mai sentito uno più rumoroso. La terza emozione fu sicuramente la canzone del compianto Bruno Petrachi che festeggiava quella storica promozione in A, scrivendo un brano che rimarrà alla storia e che tutti noi imparammo a memoria “Lecce in Serie A, Lecce cha cha cha…”.
Storie d’altri tempi, quando il calcio era passione e amore per una squadra di ragazzi, che sentivi tuoi veramente, perchè da loro ti sentivi rappresentato.
Quelle vecchie maglie giallorosse, cucite addosso, tutti quei tifosi al vecchio Via del Mare, il mitico Franco Jurlano che andò al Processo del Lunedì, e che dopo un’ora in cui si parlava solo del terremoto in Messico e del pericolo di slittamento del Mondiale, disse “ma mi avete invitato per parlare del terremoto o della promozione del Lecce in Serie A?” Bhe non fu una bella battuta quella, ma tutta l’Italia conobbe quell’uomo così schietto e spontaneo, e quando i tifosi avversari cantavano “Jurlano impara l’italiano” lui ci rideva su e rispondeva “Ieu su leccese prima te tuttu”.
Costruì con Mimmo Cataldo una squadra di ragazzotti semi-sconosciuti, con qualche vecchio leone, tipo Orlandi, Miceli, Enzo, Paciocco, per il resto si inventarono i Dichiara, i Rossi, ma soprattutto il settore giovanile iniziò a sfornare i primi regali. Levanto, Monaco, Miggiano e Luperto furono tra i primi proprio in quell’anno della promozione, in seguito Garzia, Moriero e anche Conte, ma questa purtroppo é un’altra storia. La sua assenza ieri si è sentita, certo avere in campo ieri sera il CT della Nazionale sarebbe stata la classica ciliegina, ma forse ci sarebbero stati dei malumori in tribuna.
La serata è trascorsa nella maniera più spensierata possibile, con tanti abbracci, qualche lacrima e tanti gol. Mattatore della serata quel Chevanton, mai dimenticato dai tifosi leccesi.
Seduto in panchina il burbero Fascetti osservava i suoi ormai ex ragazzi dell’85, avrà pensato sicuramente a quell’anno di grazia, quando il prestigio di una città e di una provincia intera fu portata alle stelle, uscendo da quel dimenticatoio che le piccole realtà di provincia difficilmente riescono a scalare. E se a distanza di tanti anni ancora adesso il popolo leccese si emoziona ancora a quel ricordo, vuol dire che veramente quegli uomini fecero l’impresa.
Pionetti, Vanoli, S. Dichiara, Enzo, Rossi, Miceli, Raise, Orlandi, Paciocco, A. Dichiara, Palese: Questa era la formazione tipo.
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