Biblioteca comunale chiusa dal 2013, l’opposizione guagnanese: «Esiste una volontà politica o un interesse amministrativo per la sua riapertura?»

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Interrogazione a risposta scritta per il primo cittadino Fernando Leone a firma dei tre consiglieri d’opposizione Massimiliano Guerrieri, Gianvito Rizzo e Pino Rizzo. Oggetto della comunicazione il servizio di biblioteca comunale, interrotto nel 2013, anno di dislocamento del settore di competenza all’interno del poliambulatorio che sorge in zona Civino, e da allora mai più ripristinato, con conseguente interruzione di ogni attività di fruizione del patrimonio librario. «Si tratta di un servizio insostituibile – scrivono i consiglieri – mediante cui favorire lo sviluppo culturale del paese e dei suoi abitanti, e ad oggi nessun progetto è stato presentato per la sua riapertura o per il suo rilancio. Un patrimonio così importante, costituito da migliaia di testi, con una letteratura che spazia dalla narrativa alla saggistica, non può essere tenuto stipato in qualche remoto stanzino comunale». I consiglieri chiedono «se esiste una volontà politica o un interesse amministrativo per la riapertura del servizio e quali siano i motivi per cui si è scelto di privare i cittadini per un periodo così lungo di un servizio tanto rilevante per la crescita culturale della comunità». «Un paese che cambia in tre anni tre delegati alla cultura è un paese che non ne vuole sapere niente della Cultura – fa sapere Massimiliano Guerrieri – un paese che accompagna verso la morte la sua biblioteca e poi ne decreta la fine interrompendone il servizio, senza peraltro comunicarne l’impegno di un nuovo progetto di apertura, è un paese che più che incoraggiare la cultura tende a occultarne la natura. Un paese che sottrae nell’indifferenza più assoluta un patrimonio librario collettivo alla libera fruizione è un paese cinico, senza stimoli e chiuso verso il futuro dei suoi abitanti. Un paese che toglie la possibilità giorno dopo giorno di fruire del suo patrimonio librario è un paese che, anziché offrire opportunità, le sottrae. Un periodo temporale superiore ai due anni è un periodo piuttosto lungo per poter dire che, dalla data di chiusura della biblioteca comunale, il paese ha perduto tante opportunità. Un paese che chiude la sua biblioteca, non mostrando nessun interesse e volontà a ripristinarne il servizio è un paese che ha deciso di regredire, anziché progredire. Porteremo avanti una nuova battaglia per la riapertura della biblioteca comunale – conclude – convinti della necessità che garantire a tutti spazi di pubblica fruizione dei beni è il miglior modo di aprirsi al presente e di inseguire il futuro».

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