di Simona Colletta | 04 Dicembre 2015
Francesca Vecchioni, figlia del noto cantautore Roberto Vecchioni, sarà ospite del Presidio del Libro di Veglie per presentare “T’innamorerai senza pensare” (Ed. Mondadori), il suo ultimo lavoro letterario.
Il titolo del libro nasce proprio da una frase di una canzone, “Figlia”, che il padre le dedicò quando Francesca aveva circa due anni. Il testo tratta un argomento delicato: l’omosessualità femminile, con la forza ed il coraggio di scegliere di vivere ciò che si è, affrontare le proprie scelte di vita, qualunque esse siano, oltre l’orientamento sessuale, se si vuole arrivare un po’ più vicino alla felicità. Il testo è il risultato di una ricerca personale, della trasformazione di ciò che poteva risultare un problema in vantaggio, affrontando le tappe più importanti della vita dal punto di vista di una donna che ama le donne.
Francesca Vecchioni, classe 1975, è nata a Firenze, cresciuta a Roma ed attualmente vive a Milano. E’ laureata in Scienze Politiche, è giornalista ed esperta in comunicazione ed è anche attivista per i diritti civili. E’ madre, con Alessandra, di due bambine, Nina e Cloe. Fermamente convita che la diversità sia una ricchezza, ha fondato l’associazione Diversity, di cui è presidente.
In una recente intervista la scrittrice ha dichiarato: «Il titolo, “T’innamorerai senza pensare” è un titolo che in fondo forse non poteva che essere questo titolo; perché mette insieme qualcosa che mi ha lasciato la mia famiglia, in particolare mio padre, perché è il testo di una canzone che lui mi ha dedicato, con la questione reale e cioè il fatto che i sentimenti, le emozioni e l’amore non sono qualcosa che si può comandare. Non è una scelta essere omosessuali, eterosessuali; casomai può essere una scelta vivere quello che si è, essere se stessi. Questa cosa può essere importante – continua Francesca – «rispetto al concetto che i genitori hanno di aspettativa; mio padre non poteva immaginare che molte delle cose che ha scritto in quella canzone in realtà si avverassero, però ritorna al tema delle aspettative: la grande paura che i figli omosessuali hanno nel raccontarsi ai propri genitori, hanno paura di tradire delle aspettative. E invece poi alla fine, adesso io che sono madre mi rendo conto che noi, è vero che cerchiamo di ritrovare qualcosa di noi in loro, però è anche vero che loro sono qualcosa di talmente bello e talmente nuovo che ad un certo punto, si confessano che il coming out non è sempre dire “sono omosessuale”, ma anche dire “non sono quello che ti aspetteresti da me, sono un’altra cosa”; e tu li lasci andare, devono prendere e camminare con i loro piedi, no?».
Memorabile la risposta del padre, il giorno in cui Francesca gli confidò la sua omosessualità: «E che cavolo, mi avevi spaventato, pensavo fossi malata!»
L’appuntamento con la scrittrice è fissato quindi per mercoledì 9 dicembre, presso la Biblioteca Comunale di via Damiano Chiesa a Veglie; dialogherà con lei Anna Puricella, giornalista de “La Repubblica” di Bari.
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