di Emanuela De Blasi | 15 Febbraio 2016
Dopo le considerazioni del Sindaco Tondo di Salice che, sulla polemica nata su Facebook in merito all’unione civile di coppie di fatto, sostiene che «gli omosessuali sono cittadini come tutti gli altri che rivendicano i loro diritti, e non persone da curare», schierandosi così accanto ad Arcigay e prendendo le distanze dalle dichiarazioni della dott.ssa Persano, secondo la quale gli omosessuali sono «malati», ora a prendere la parola è di nuovo la stessa dottoressa che chiarisce le sue precedenti considerazioni.
«Ritengo che le mie opinioni possano essere legittimamente contrastate, anche con toni aspri, da chi si è sentito offeso oltre le mie intenzioni, purché le critiche al mio pensiero siano rivolte al merito, sul quale sono sempre pronta a confrontarmi. Penso che altri, invece, non abbiano voluto affrontare affatto la questione da me posta, limitandosi a rivolgere alla mia persona ed alla mia attività professionale, in pubblico o in privato, espressioni diffamatorie ed ingiuriose che non sono giustificate dai toni accesi delle mie dichiarazioni e che non meritano altra risposta se non il ricorso da parte mia alla tutela giudiziaria» sostiene la Persano che considera «vergognoso e dettato solo da odio personale l’invito ai salicesi, da parte di Arcigay sul Nuovo Quotidiano di Puglia, a servirsi di altro laboratorio di analisi».
«Posso capire Arcigay leggendo sul loro profilo Facebook i commenti che esplicitamente fanno nome di altri laboratori secondo il loro parere più idonei del mio con buona pace di chi è medico presso questi altri laboratori che commenta, ovviamente, contro di me… ma questa è storia vecchia che negli anni non ha scalfito minimamente la mia attività. Per fortuna i salicesi non sono “pecore” da indirizzare a proprio piacimento e continuano a darmi fiducia con il rispetto di sempre», dice la Persano che ribadisce che quanto accaduto è forse frutto «del modo sommario con il quale spesso ci si esprime sui social network».
Una situazione insomma dettata, «oltre che dal timore che nel nostro paese possa essere introdotta una legislazione che giudico ingiusta e non appropriata, anche dalla lettura di pareri scientifici recenti (maggio 2015) i quali affermano che l’omosessualità è una malattia».
La Persano spiega, riportando testualmente le parole del prof. Massimo Gandolfini, attualmente Primario di Neurochirurgia di Brescia, che «nel 1972 sotto forte pressione del movimento gay è stato introdotto un referendum per via postale ed a maggioranza semplice è passata l’opzione di derubricare l’omosessualità dal novero delle malattie ed infine è stata fatta una scelta arbitraria, ideologica, assiomatica sull’onda del politicamente corretto priva di qualsiasi supporto che abbia i requisiti minimi di scientificità».
«Non escludo che tali pareri scientifici mi abbiano potuto trarre in inganno – sostiene – nel formulare il mio post con una espressione forte dettata dal momento senza per questo avere da parte mia alcuna intenzione di offendere i gay. Naturalmente confermo la mia opinione che la legge Cirinnà non doveva nemmeno approdare in Parlamento soprattutto per quanto riguarda le adozioni di bambini da parte delle unioni civili omosessuali in quanto ritengo che lo Stato non debba legiferare contro le leggi della Natura».
La biologa salicese conclude ricordando a tutti coloro i quali si rifanno alla Costituzione Italiana che secondo il comma 1 dell’Art. 21: «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».
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