di Simona Colletta | 19 Febbraio 2016
Il defibrillatore, uno strumento in grado di salvare vite umane. Ed è proprio la salvaguardia della vita dei giovani che svolgono attività sportiva, lo scopo di questo esemplare dono su iniziativa dell’Associazione “Gli amici di Luka”.
Ben due apparecchi saranno infatti donati, uno all’associazione sportiva “A.S.D. San Giovanni Bosco” e l’altro alla “A.S.D Antonio Catamo”, grazie alle donazioni ricevute da coloro che hanno sostenuto le attività dell’associazione.
In Italia una persona su mille muore per arresto cardiaco, evento improvviso ed asintomatico, e spesso la morte sopraggiunge nell’attesa dei soccorsi poiché i tempi di questi si rivelano di frequente troppo lunghi per sopravvivere. Il defibrillatore consente un meccanismo di primo soccorso proprio in attesa dell’ambulanza, in quei preziosissimi minuti che possono veramente salvare la vita.
Il dono del defibrillatore è un gesto che coinvolge l’intera comunità poiché interessa luoghi di formazione frequentati assiduamente da ragazzi, ovvero da giovani vite che devono essere tutelate in tutti i loro aspetti, principalmente nella salute e nel benessere psico fisico.
L’evento, fissato per giovedì 25 febbraio, avrà inizio con la Santa Messa presso la parrocchia Madonna di Lourdes alle ore 17,30; alle 18, 30 si svolgerà un incontro di calcio tra le associazioni sportive “A.S.D San Giovanni Bosco” e “A.S.D. Antonio Catamo”, presso il campo sportivo don Bosco. Alle 19,30 seguirà la cerimonia di donazione dei defibrillatori, concludendosi con un piccolo rinfresco offerto dall’Associazione “Gli amici di Luka”.
L’associazione di volontariato nasce nel 2008, da un’iniziativa di un gruppo di ragazzi che hanno voluto mantenere vivo il ricordo di Luca, amico e figlio tragicamente scomparso. Un gruppo di persone accomunate da un dolore che pesa nel cuore come un macigno ma che, con forza e tanto coraggio, hanno voluto trasformare in impegno sociale.
Luca amava il calcio, era molto altruista e legato ai suoi amici, come si evince dal suo ricordo sul sito dell’associazione. «Per me la famiglia è vista come un punto di riferimento – scriveva Luca in un suo tema – ci si riunisce sempre a pranzo e si parla di ciò che succede durante la giornata e se ci sono problemi di qualsiasi tipo se ne discute tranquillamente…Mi auguro che tutti i ragazzi abbiano una famiglia come la mia». Quella famiglia, divenuta adesso ancora più numerosa, porta avanti un importante progetto di salvaguardia della vita, la diffusione della cultura della cardioprotezione ne è un vivo esempio.
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