di Stefano Monte | 26 Gennaio 2023
Lei è, quasi sicuramente, uno dei più giovani assessori al Comune di Guagnano delle ultime decadi. Le va di raccontarci quali sono state le ragioni che l’hanno spinta, in prima battuta, ad avvicinarsi al mondo della politica locale?
Ho spiegato il giorno del mio primo comizio a Guagnano, le ragioni principali che mi hanno spinto ad accettare la sfida che all’epoca il candidato sindaco della lista Futura mi propose. Sono ragioni che andavano al di là del risultato elettorale da perseguire e che credo mi siano sempre appartenute. Queste ragioni si traducono in una sola parola a me molto cara: RADICALITÀ. Ho sempre avvertito dentro di me, con assoluta fierezza e orgoglio, questo profondo senso di appartenenza non solo alla nostra terra, ma soprattutto alla mia, nostra, Comunità Guagnanese. Amo Guagnano, di un amore viscerale, che credo esprima perfettamente il concetto di appartenenza, cioè un amore che parte da dentro, dalle viscere appunto. Lo dissi in maniera vivace durante ai comizi, al termine del percorso scolastico i miei genitori mi indicarono come possibilità per il futuro quella di partire, andare a studiare fuori, cercando poi lavoro là, al Nord. Ma la mia risposta, come affermai quel giorno è stata sempre una sola:”Sciati ui!” .
Ho cercato sin da piccolo di rendermi utile per il mio paese, certamente con tutti i limiti del caso, ma l’ho fatto mettendomi a servizio di una delle realtà principali intorno alla quale ruota la nostra comunità, che è la parrocchia e questo ha fatto crescere sempre di più in me la voglia di scommettere ogni giorno su quei volti che incontravo, che mi hanno sempre donato molto e che abitano le case del nostro paese.
Parte proprio da quei tempi, il desiderio di essere utile a Guagnano. Perché in fondo se nella nostra esistenza non siamo stati utili a qualcosa o a qualcuno, vuol dire che abbiamo vissuto all’ombra dell’inerzia, della passività dell’indifferenza. Fortunatamente questo non ha mai fatto parte di me e lo immaginavo sin da ragazzino quando nelle tornate elettorali mi sedevo in piazza ad ascoltare gli “sfidanti” che nel tempo hanno “lottato” per la casa comunale. Ho trovato sempre interessante il dibattito altrui, indipendentemente dai contenuti, dai propri credo politici, osservare e ascoltare l’altro, in quei determinati contesti ha lasciato sempre in me degli spunti di riflessione di cui ne ho fatto tesoro. Non ho mai guardato con indifferenza le piccole e grandi iniziative proposte negli anni dalle amministrazione precedenti e ho partecipato a diverse di esse, perché lì c’era un richiamo per la comunità al quale non potevo mancare.
Poi i tempi più maturi hanno portato qualcuno ad individuarmi come possibile candidato ed ecco che a quell’appello in prima linea non poteva, dopo una ponderata riflessione, mancare il mio “PRESENTE”. Era giunto il tempo di mettermi in discussione e di affidare tutto me stesso alla fiducia dei Guagnanesi, cercando senza pretesa alcuna, di convincerli ad affidarmi la loro fiducia perché io possa ricambiarla nel tempo in cui ricopriró gli incarichi che oggi mi sono affidati.
È la mia sfida quotidiana, dissi di “SI” quel giorno e me lo auto rinnovo ogni mattina, con tutti i miei limiti e i miei difetti, devo ricambiare a Guagnano ciò che Guagnano mi ha dato e spero prima di concludere ogni cosa, di riuscirci.
In seguito all’insediamento dell’attuale Amministrazione, della quale lei è parte integrante, quali sono stati gli obbiettivi su cui, fin da subito, ha voluto calibrare il suo operato?
Sono partito con le stesse idee che hanno accompagnato la mia volontà di mettermi in gioco e le parole dei miei comizi. Ho cercato sin da subito di attenzionare tutte quelle dimensioni a me care, i giovani, i miei coetanei, le realtà associative sulle quali potessero fare riferimento anche solo per esprime una propria idea su questo o quell’altro evento; idee che cerco di far capire, che non posso più restare immobili e rilegate a dei semplici discorsi tra amici seduti nella Villa Comunale. Hanno bisogno di spazio quelle idee, di praticità, di confronto e di messa in atto, magari anche sbagliando, ma urtare con il proprio muso credo che sia una delle lezioni più belle e che restano impresse a chi lo fa. Scommettere così su tutto ciò, sentirsi guidati da un giovane amministratore, che non è l’Assessore, detto con quel senso di distacco, ma Giacomo, il Giacomo di sempre, quello solito, quello delle battute pronte, delle risate, delle serate, delle solite routine tra coetanei. Sentire che si è accompagnati da un coetaneo o giù di lì che ha preso a cuore le responsabilità di un compito delicato ma bellissimo e che cerco di mettere al loro servizio, perché nessuno si senta scomodo, indipendentemente se la tua “X” sia caduta sul mio nome o meno. Le virtù di ognuno meritano porte aperte sempre; solo entrando, sentendosi accolti e ascoltati, si possono vagliare le idee e colorare i confronti per mettere in pratica non le volontà dei singoli, ma le scelte collettive in cui ognuno ha messo il suo tassello, in un mosaico chiamato Comunità.
In questo è chiaro che a un giovane assessore quello che serve è innanzitutto la perseveranza , la temperanza e la docilità verso se stesso e verso innanzitutto gli altri
Lei è l’Assessore alle Politiche Giovanili e al Cimitero Comunale. Le va di dirci qual era la situazione di partenza dei settori di riferimento e quali sono stati i traguardi raggiunti, in senso migliorativo, fino ad oggi?
Come politiche giovanili è chiaro che purtroppo il nostro paese, come tanti del sud, vive lo spopolamento delle nuove generazioni. Bisogna insistere sui giovani, su quelli che non sono ancora partiti, su chi come me nutre profondamente quel concetto di “Radicalità” di cui sopra, bisogna azionare la politica, disincarnarla dai concetti utopistici e proiettarla verso scelte concrete, aiuti pratici per favorire la RESTANZA. Ne è un esempio il nostro progetto “TRA BOTTI E BOTTEGHE”, “PUNTI CARDINALI”, “LUOGHI COMUNI”,gli incontri di informazione sui Master fatti, sul corso di lingua spagnola in sala consiliare e tutte le altre azioni concrete che la Regione o il Governo permettono ai Comuni, se partecipano, di mettere in atto.
Non ho mai chiesto nulla al mio Sindaco, sin dal primo giorno ho accettato con docilità tutto ciò che mi ha chiesto e non posso lamentare mai una sua assenza, Francois è un sindaco presente, di quella presenza che ti aiuta, che ti insegna come affrontare la dimensione amministrativa a me totalmente nuova. Ho avuto l’indefesso accompagnamento non solo suo, ma di tutto il gruppo di Maggioranza con cui non facciamo un gioco di spalleggiamento, ma un incatenemento di ausilio, di mano reciproche, dove non riesci tu da solo, ci andiamo insieme, dove non stai riuscendo ad arrivare ci arriviamo insieme. L’essere squadra, quando si amministra non è semplice, ma esserci riusciti fino ad oggi è una doppia vittoria. Non sono io solo, siamo noi, che ci sentiamo ancora un po’ “Futura”, ma che siamo consapevoli di chi siamo e dove vogliamo andare. Senza alcuna pretesa perché tutto inizia e tutto finisce, ma il tempo nel mezzo lo spenderemo insieme e bene.
In questa atmosfera solo una cosa chiesi al sindaco, se la delega al Cimitero non la volesse affidare a nessuno ero pronto a prenderla. Così è stato.
Visitavo spesso il cimitero e ne ho fatto sempre delle personali valutazioni su cosa andasse o no e su come si potesse migliorare. Ora questo compito è mio e cerco ogni giorno di portarlo a termine, non voglio far passare l’idea dell’assessore con la zappetta tra i viali del Camposanto, ma ho la certezza che questo compito o ti vede buttato a capofitto anche e soprattutto con la praticità delle cose o resta una realtà immutabile, con tutte le sue problematiche. Bisogna fare e fare bene.
Il nostro cimitero necessità di tanto, abbiamo ridato lustro alla cappella d’ingresso dove avviene l’ultimo abbraccio dei familiari con il loro estinto, l’abbiamo resa più dignitosa e la perfezioneremo ancora, abbiamo piantumato diverse piante che riempiono le aiuole più vuote perché ci sia una omogeneità nell’arredo e all’abbellimento di un luogo caro a tutti. Ho scritto e fatto mio il motto, appeso agli ingressi del cimitero, che dice :”IL CIMITERO È PER NOI LUOGO DI RISPETTO E PER ALTRI LUOGO SACRO, TENERLO PULITO È UN DOVERE CIVICO E RELIGIOSO. FACCIAMOLO INSIEME”. Perché la cura di un luogo ha dei responsabili maggiori certo, ma siamo comunque tutti responsabili poiché tutti ne abbiamo accesso e per questo che chiedo la collaborazione di tutti per mantenerlo sempre più ordinato. Abbiamo avviato il censimento dei lotti assegnati perché era dal ’60 che ciò non avveniva, per garantire uno scorrimento della graduatoria di chi ha fatto richiesta di suolo, se dovesse esserci qualche rinuncia frutto di assegnazione di suolo ormai troppo vecchie.
Abbiamo collocato in ogni ingresso gli orari al pubblico poiché tranne l’ingresso centrale, gli altri ne erano sprovvisti e la gente ce li ha chiesti.
Abbiamo dotato, come in tutti i cimiteri, anche i nostri delle bacheche esterne informative sui necrologici.
A breve procederemo per la totale sostituzione dell’impianto elettrico dei loculi comunali, ormai rotto da due mesi perché vecchio, usurato e consumato dal tempo,oltre che datato e fatiscente. Un intervento che andrà a sanare una situazione precaria da molti anni, adattata finché si è potuto, ma ormai giunta alla totale rottura con tutto un sistema elettrico andato letteralmente in fumo sia nei vari punti collocati intorno ai loculi, sia nella distribuzione dei cavi che dai generatori principali arrivano fino ai trasformatori, anche questi letteralmente bruciati. Già in estate si verificò un guasto grave, un trasformatore prese fuoco a causa di un corto, si intervenne tempestivamente e si potette trovare una soluzione più rapida, ma ora la portata del danno è molto grave e richiede un intervento che impegnerà anche delle somme importanti ma necessarie e che ripristinerà le luci votive e il decoro della facciata ora costituito da cavi bruciati e pendenti.
Cercheremo in questi anni di apportare tutte le migliorie necessarie, non per esprimere un concetto di bellezza, ma un concetto di decoro, perché chi è sepolto lì merita il decoro nella memoria.
Concludiamo la nostra breve intervista con una domanda un po’ bizzarra: se avesse la possibilità di realizzare il più utopistico ed irrealizzabile dei suoi progetti in materia di politiche giovanili, cosa farebbe?
L’utopia non mi appartiene, non viaggio con concetti troppo astratti, sono pratico nelle cose e per me già aver avuto la fiducia di tanta gente e tanti ragazzi è un grande traguardo. Sarà ricambiando questa loro fiducia nei modi più opportuni, trasparenti e leciti, che realizzerò l’essere giovane assessore tra i giovani di Guagnano e Villa.
Ricordando le parole di incoraggiamento di un ragazzo di Villa, la vigilia del mio comizio là, dove ero totalmente sconosciuto. :”Vai Giacomo, dì a Villa, alla mia gente, quanto noi (giovani) valiamo, quanto siamo in grado di fare se guidati dalle mani giuste”. Non so se queste mani saranno giuste, so solo che ci saranno e che i giovani della nostra Comunità valgo a peso d’oro.
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