di Emanuela De Blasi | 01 Febbraio 2016
Per Tonino Rosato, consigliere di opposizione del comune di Salice, «falso e bugiardo» è il sindaco Tondo che, contravvenendo al dovere di onestà nei confronti dei suoi cittadini, «provoca, offende e aizza i suoi avversari politici» invece di dare risposte davanti a una situazione amministrativa sempre più «deteriorata».
E riferendosi in particolare alle ultime dichiarazioni del sindaco in materia di gestione rifiuti, il consigliere di opposizione risponde chiarendo la sua posizione nelle questioni lodo S.P.A. e contenzioso Monteco.
Secondo quanto riporta Rosato, l’assegnazione alla ditta SPA della gestione rifiuti, per la durata di 5 anni, è un atto risalente alla gestione amministrativa di Scandone (1999) il quale nel 2000 assegnò alla stessa ditta anche il servizio di igiene urbana.
«L’articolo 3 del contratto firmato nel 2000 espressamente disponeva – spiega Rosato – che il canone annuo sarebbe stato assoggettato a revisione periodica, in conformità dei prezzi di mercato».
Già solo questo basterebbe per il consigliere di opposizione a discolparlo dalle accuse mosse da Tondo che attribuirebbe alla «negligenza» dell’amministrazione di cui lui faceva parte i debiti per oltre 700mila euro pagati nel Lodo SPA.
Se ciò non dovesse essere sufficiente a convincere i cittadini che le responsabilità sono di altri, Rosato gioca anche la carta del contenzioso Monteco.
Spiega che quando l’Associazione temporanea di impresa (ATI) tra Aspica, Ecotencnica e Monteco risultò aggiudicataria della gara d’appalto ATO/LE1 per l’affidamento dei Servizi di spazzamento delle reti stradali urbane e delle aree pubbliche di 9 comuni appartenenti allo stesso ATO, Tondo era vicesindaco con delega all’ambiente.
Inoltre il consigliere di opposizione ricorda che nel contratto firmato nel 2006 tra il comune di Lecce e la stazione appaltante era contenuta, così come imposto dalla normativa, la clausola revisionale del prezzo (art.7).
Nel corso della gestione del servizio, secondo i fatti esposti da Rosato, l’ATI avrebbe chiesto all’ATO, nonché ai singoli comuni afferenti, il riconoscimento delle somme maturate in applicazione dell’articolo 7.
La stessa ATO e gli stessi comuni, tra cui Salice, sono stati condannati dal TAR di Lecce all’adozione di un provvedimento espresso e alla dovuta applicazione della clausola revisionale.
E anche in questo momento Tondo era vicesindaco con delega all’ambiente, sottolinea Rosato che a questo punto retoricamente si domanda quali siano state le sue responsabilità nelle questioni gestioni rifiuti.
E per smascherare le «bugie» del sindaco di Salice anticipa un pubblico comizio.
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