Interviste, Politica / Salice Salentino
di Emanuela De Blasi | 26 Febbraio 2017
Presentiamo di seguito un’intervista sottoposta al candidato sindaco Tonino Rosato, capolista della civica Uniti per Salice.
Cosa vuol dire “praticare la democrazia”, oggi, a Salice?
Significa trovare soluzioni nel pragmatismo della politica del fare, lontano da ogni possibile deriva populista.
È molto facile riempirsi la bocca di parole come “unità”, “bene comune”, ma è altrettanto facile sprofondare nell’abisso che separa l’idea dall’azione, come è successo in questi anni.
“Praticare” la democrazia vuol dire “praticare” la partecipazione, “praticare” la condivisione. Per questo a noi non fa paura l’opinione della gente, per questo non temiamo di aprirci al confronto.
Quando avete presentato simbolo e coalizione si è subito notato che tra i simboli che sostengono il vostro progetto non ci sono quelli dei partiti a cui appartenete. Ci spiega questa scelta?
Nella costruzione del progetto, della coalizione, abbiamo deciso di fare una scelta di fondo, che è stata quella di lasciare da parte le esperienze e le appartenenze politiche, in favore di un progetto amministrativo di largo respiro, un progetto che abbia come unico obiettivo Salice e i suoi cittadini.
È con loro che vogliamo confrontaci per condividere insieme un progetto che faccia delle regole, della normalità e della meritocrazia la sua parola chiave.
Durante la presentazione della vostra lista avete fatto riferimento a tre atteggiamenti che guideranno il vostro agire politico: collegialità, l’attenzione al sociale e il rinnovamento.
Ci spiega meglio cosa intende dire?
È importante premettere che ciò che lega le persone che stanno contribuendo a questo progetto politico è qualcosa che va ben oltre il semplice rapporto personale. Alla base della nostra aggregazione vi è un insieme condiviso di valori e di principi che ci fanno guardare alla collegialità come metodo, al sociale come campo d’azione e al rinnovamento della politica come obiettivo.
La collegialità ha da sempre caratterizzato ogni scelta e ogni decisione che in questi anni abbiamo preso dai banchi dell’opposizione. Insieme ci siamo dati una linea, insieme abbiamo deciso di dire no ad alleanze basate sul nulla e sempre insieme abbiamo deciso che il percorso più giusto da seguire era quello insieme alla nostra gente.
Nello stesso tempo il sociale deve diventare il nostro campo di azione.
Credo sia fondamentale che un amministratore si confronti con il mondo del lavoro, della scuola,, della famiglia, delle libere professioni, dei pensionati, ecc , realtà che fanno parte del tessuto sociale della comunità. Solo attraverso il confronto, i bisogni, le aspettative e le speranze di ciascuno potranno essere convogliati in un programma politico che potrà dettare le linee guida dell’azione della prossima amministrazione comunale.
Per rinnovamento della politica intendo invece un rinnovamento nei modi di farla. Non credo sia compito dell’anagrafe stabilire ciò che e nuovo e ciò che è vecchio. Al contrario credo che ci siano idee innovative e idee obsolete. Di certo bisogna scegliere l’idea da cui partire.
Noi abbiamo scelto di fare qualcosa di alternativo, sentiamo il dovere di riconoscere la sacralità del pensiero di ogni cittadino per questo abbiamo deciso di sperimentare un approccio diverso e democratico.
Secondo lei quale è il “nuovo” che dovrebbe “avanzare” a Salice ?
Nuovo è colui che ha la consapevolezza di favorire il cambio generazionale con grande senso di responsabilità.
Posso affermare dunque, con fatti e senza timore di smentita che il nuovo sta da questa parte.
Il nuovo è stato vedere crescere insieme a noi tantissime persone, sapientemente accompagnate dalla mia esperienza e da quella di Mimino Leuzzi per poi vedere che quelle stesse persone sono pronte a presentare ai cittadini di Salice una squadra competente e volenterosa.
Cosa è mancato a Salice in questi anni e di cosa ora il paese avrebbe bisogno?
Salice non è stata protagonista nel suo territorio e oltre. L’ormai cronica scarsità di risorse economiche, già insufficienti per l’ordinaria amministrazione, non può essere destinata a costruire un futuro migliore: chi racconta illusioni, fa male alla verità, ma soprattutto ai Salicesi.
Bisognerebbe restare con i piedi per terra, ma avere lo sguardo lontano, rivolto al futuro.
Salice non ha bisogno di un Sindaco che fa proclami e false promesse, ma di un Sindaco in grado di mettere “prime pietre”, anche lasciando ad altri il “taglio del nastro”, perché senza una prima pietra non ci potrà mai essere una inaugurazione!
Cosa vi attende in questa campagna elettorale?
Mi attende e soprattutto ci attende un cammino impegnativo, pieno di sfide da affrontare, il tutto dettato dal mio forte desiderio di mettermi in gioco e di assumermi importanti responsabilità a favore del mio paese.
Sono sceso in campo, ancora una volta, per onorare una sfida: non una sfida fine a sé stessa … né una vittoria fine a sé stessa, ma una reale opportunità di governare Salice con chiarezza e credibilità, nel segno di una totale discontinuità con gli ultimi anni di malgoverno.
Spesso in questi giorni, vecchi e nuovi politicanti si proiettano nel futuro, come se il passato non contasse più, con proclami e teorie che lasciano il tempo che trovano.
Noi tutti siamo convinti di dover garantire un processo di evoluzione del nostro paese, dopo anni di incuria e di politiche disastrose ed improduttive, volte unicamente all’innalzamento sconsiderato della pressione fiscale, rendendo ancora più povero il tessuto economico del paese.
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