di Valentina Perrone | 11 Marzo 2014
RECENSIONE | “La notte aveva tirato giù il sipario, e tutta la zona era pervasa da un’atmosfera limpida e serena. Quando soffiava il vento, nella penombra le variopinte foglie autunnali si sollevavano danzando verso di me, e io mi sentivo avvolgere da una stoffa intessuta in sogno” (p.13). È H/H di Banana Yoshimoto, edito da Feltrinelli nel 2001. Si compone di due racconti, Hard-boiled e Hard-luck, accomunati dalla stessa iniziale che è poi responsabile del titolo del testo. Entrambi ruotano intorno al tema della morte, a cui fa seguito l’elaborazione del lutto quale inevitabile conseguenza di chi resta. In Hard-boiled, gli eventi si susseguono nel tempo di una notte, in un paesaggio scuro e tetro. Intrappolata nelle ossessioni generate da incubi e fantasmi, la protagonista giunge ad avere una maggiore consapevolezza del proprio vissuto, tale da coincidere con l’alba di una nuova vita che culmina con il raggiungimento di una ricercata pace interiore. In Hard-luck, invece, si compie un graduale processo di riflessione, che porta all’accettazione della morte intesa come traguardo inevitabile dell’esistenza terrena. La protagonista assiste al lento spegnersi della sorella, che giace in coma in seguito ad un’improvvisa emorragia cerebrale. Quella sorella che, alla vigilia del triste accadimento, era a un passo dalle nozze e che ha visto i suoi sogni tramutarsi velocemente in cenere. Assistendo a quel lento congedo dalla vita terrena, la protagonista matura un’idea della vita completamente rinnovata, rivalutando aspetti fino ad allora passati in secondo piano. Si tratta di due racconti molto diversi tra loro, al di là del tema dominante che li accomuna. Il primo appare un po’ più banale e scontato, rispetto al secondo che invece si presenta più coinvolgente. Manca, di fatto, un filo conduttore più pregnante che riesca ad unirli. Nota positiva è di certo la lettura scorrevole di tutti il testo, a conferma dello stile tradizionale dell’autrice, in grado di fornire descrizioni minuziose di ogni contesto, sia del reale che delle emozioni.
Valutazione: (3 / 5)11 Febbraio 2014
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