di Valentina Perrone | 09 Giugno 2015
Doppio oro per il guagnanese Carlo Calcagni. Ha calcato il podio più alto gareggiando nel Triciclo (MT2) e trionfando sia nella cronometrata sia nella gara in linea, nella prima tappa della Coppa del Mondo 2015 di Ciclismo Paralmpico, svoltasi a Maniago dal 5 al 7 giugno scorsi. L’ex colonnello dell’esercito in congedo, da sempre protagonista sulle scene sportive, ha gareggiato nella squadra del Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa, portando a casa due delle 11 medaglie d’oro conquistate dalla maglia azzurra nella tappa friulana del mondiale (le prossime tappe saranno quella svizzera di Yverdon Les Bains, quella tedesca di Elzach e quella sudafricana di Pietermaritbu). Per Calcagni si è trattato del debutto ufficiale sulle scene dello sport paralimpico, dopo che nel 2012 ha detto addio al ciclismo agonistico a causa della malattia invalidante degenerativa con cui combatte da diversi anni, contratta per aver inalato metalli pesanti durante i bombardamenti con uranio impoverito in Bosnia Herzegovina dove era impegnato in una missione nel 1996 con l’incarico di pilota di elicottero, e riconosciuta dipendente da causa di servizio dal Ministero della Difesa e dal Ministero dell’Economia e Finanze. Due medaglie d’oro che, al pari di ogni suo traguardo, l’atleta guagnanese ha dedicato a chi lotta contro la malattia, affinché non si perda mai il coraggio. Toccanti le parole comparse in queste ore sulla sua pagina ufficiale di Facebook. «Un filo mi tiene legato alla vita – scrive – ma è un filo d’acciaio, tenace e solido come solo l’acciaio sa essere. Sono un uomo, un soldato, un ufficiale che in una missione internazionale di pace ha incontrato un nemico terribile. Un nemico invisibile, senza colore, senza odore, un nemico senza faccia, senza divisa, un nemico subdolo ed efficiente: l’uranio impoverito. Credevo fossero altri i nemici quando atterravo sui luoghi di guerra per portare soccorso ai feriti e salvare tante vite, ma non è di questo che voglio parlare adesso, perché ho girato pagina, ho iniziato una nuovo capitolo della mia vita: la lotta per vivere. Considero questa la più importante delle mie battaglie. Il segreto? Volontà… volontà… e… volontà! Mi alzo ogni mattina con un unico scopo: essere di esempio e trovare le energie per salire sulla mia bici, una bici speciale perché è la mia macchina di salvezza. Voglio insegnare a chi non crede, a crederci. Dedico queste mie vittorie a chi soffre nei letti ed ha perso ogni speranza, perché possano ridare coraggio alla vita. Anche noi ce la possiamo fare. Anche con un tenue filo».
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