di Redazione | 19 Luglio 2015
Carlo Calcagni risultato positivo al controllo antidoping. Il ciclista di Guagnano, balzato nei giorni scorsi sulle pagine migliori della cronaca sportiva per i traguardi raggiunti nelle competizioni di ciclismo paralimpico, è stato sospeso cautelativamente dalla pratica agonistica in seguito ai riscontri del controllo in competizione disposto dal Comitato Italiano Paralimpico il 27 giugno a Levico Terme. Stando a quanto diffuso ufficialmente dal CONI, per il ciclista guagnanese è stata riscontrata la presenza di Mesterolone Metabolita, pertanto la Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, su istanza dell’Ufficio Procura Antidoping, ne ha disposto la sospensione cautelare. Un fatto che ha causato non poco rammarico, sopravvenuto mentre l’atleta era in ritiro a Rovere (Aq) con la Nazionale di Ciclismo Paralimpico in vista della tappa mondiale di Nottwil (Svizzera) prevista per fine luglio. Ecco cosa Calcagni ha reso noto attraverso le sue pagine di Facebook: «In seguito a comunicazione pervenutami nel pomeriggio nella sede di Rovere, dove, come noto, ero in ritiro con la Nazionale di Ciclismo Paralimpico, con sommo rammarico e profondo dolore, ho dovuto sospendere gli allenamenti in previsione del mondiale, lasciando la sede, causa sospetto di positività al controllo antidoping disposto dopo la gara a Levico Terme, in occasione dei Campionati Italiani Assoluti di Ciclismo Parolimpico, conclusasi con la mia vittoria. La sostanza di cui sono state trovate tracce è un metabolita del Mesterolone, presente in un farmaco a me prescritto ad uso terapeutico per curare una delle mie gravi patologie e che avevo sospeso da mesi, contro il parere dei medici, proprio in vista delle gare. Sembra che questa sospensione preventiva non sia risultata però sufficiente. Di conseguenza, la Procura Antidoping, nell’esercizio delle sue funzioni, applicando il regolamento, ha disposto la mia sospensione in via cautelare, in attesa di ulteriori controlli e pareri medici. Ringrazio tutti per il grande sostegno e profondo affetto dimostratomi ininterrottamente e, nell’attesa che sia fatta piena chiarezza sui fatti e confidando nella giustizia, mi riservo di non rilasciare ulteriori dichiarazioni di qualsiasi natura».
L’atleta, oggi 47enne e colonnello del ruolo d’onore in servizio presso la scuola di cavalleria di Lecce, si sottopone quotidianamente a complessi trattamenti farmacologici per fronteggiare la malattia che lo ha colpito nel 1996 durante una missione militare in Bosnia Herzegovina, per aver inalato metalli pesanti nel corso dei bombardamenti con uranio impoverito. Di recente ha trionfato a Maniago (Pn), conquistando due medaglie d’oro nella prima tappa dei mondiali di ciclismo paralimpico, e a Levico Terme (Tn), facendo suoi altri due ori nei campionati assoluti, calcando il podio, in entrambe le occasioni, sia nella cronometrata sia nella gara in linea della categoria Triciclo (MT2). Innumerevoli i messaggi di sostegno e solidarietà comparsi in queste ore sulle pagine social dell’atleta di Guagnano.
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