di Doni Buccarella | 25 Settembre 2022
“Occhio per occhio, dente per dente”: questa frase l’abbiamo ascoltata o addirittura pronunciata molte volte. Il desiderio di giustizia che è insito nel cuore delle persone non permette, a volte, che il ragionamento abbia la meglio. Infatti ad un torto subìto segue sempre inconsciamente una reazione di disagio che sfocia nel desiderio di pareggiare i conti. L’orgoglio, che abita in noi e che è molto radicato nel nostro intimo, spesso non permette di mettere una pietra sopra al torto subìto. La vendetta è un sentimento che momentaneamente ci risolleva il morale, ma che successivamente si ritorce contro di noi: è, quindi, solo un’illusione. Come tutti i sentimenti dettati dall’odio, il vendicarsi verso qualcuno non fa altro che peggiorare la condizione già di svantaggio e di mortificazione. Esistono vari tipi di vendetta: per un torto subìto, che è la più giustificabile, poiché risponde ad un bisogno personale; c’è poi la vendetta psicotica che sfocia nel campo psicologico, per cui è rivolta a tutti indistintamente, scatenata dalla rabbia per aver subìto torti da più persone nel corso della vita. Ci vuole molto coraggio sia per mettere in atto una vendetta, sia per infondere il perdono; tuttavia per sancire la beffa dopo il danno possiamo affermare che il perdono è la miglior vendetta.
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