di Isabella Monte | 26 Settembre 2022
Dopo la chiamata alle urne di ieri, 25 Settembre 2022, gli Italiani (o, per lo meno, la straordinariamente esigua fetta della popolazione che ha adempito all’articolo 48 della Costituzione), ha nuovamente deciso i propri rappresentanti per la Camera dei Deputati e per il Senato della Repubblica.
I risultati dello spoglio elettorale, hanno evidenziato una netta vittoria della coalizione del centro destra che, a livello nazionale ha raggiunto il 44% e che ha visto come primo partito, Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. La coalizione di centro sinistra, invece, rasenta il 27%. Il MoVimento 5 Stelle, che ha corso da solo, ha ottenuto quasi il 15% delle preferenze mentre il Terzo Polo il 7.9%.
Numeri e percentuali che hanno, pressappoco, rispecchiato quello che è avvenuto nelle cabine elettorali guagnanesi: capofila del centro destra (1140 voti totali) è Fratelli d’Italia con 771 voti, seguito da Forza Italia (222 voti) e la Lega di Salvini (126 voti).
Le preferenze per il centro sinistra sono state 665, 538 delle quali hanno confluito nel Partito Democratico.
Il 20.69% degli elettori di Guagnano, ha votato per il MoVimento 5 Stelle che conta 531 voti.
Il 3.90% (100 voti) sono andati, poi, all’Unione Popolare di De Magistris.
Anche in Puglia vince il centrodestra, nonostante il titolo di partito più votato spetti al MoVimento 5 Stelle.
In generale, il 50% delle regioni dello stivale (principalmente quelle settentrionali), hanno nettamente preferito la fazione “Meloniana” a differenza delle regioni del Sud Italia e delle Isole in cui l’asticella del gradimento ha proteso principalmente per i Pentastellati. Il PD, infine, pare essersi insediato più distintamente in Emilia Romagna e Toscana.
In definitiva, la percentuale tristemente più alta è stata raggiunta dall’astensionismo che, con un aumento del 9% degli astenuti rispetto alle scorse elezioni politiche, ha superato qualsiasi partito di qualsivoglia coalizione.
Solo il 64% degli Italiani ha assolto al proprio dovere civico di eleggere i rappresentanti del Paese in cui vive, lavora, si cura, studia, insieme alle rispettive famiglie, facendo registrare il minimo storico dell’affluenza alle urne dal 1946.
Il restante 36% (che, considerati i circa 59 milioni di abitanti della penisola, rappresenta un numero di persone spaventosamente alto), forse per stanchezza, per disinformazione, per disillusione o, molto più probabilmente, per un senso civico più che mai latitante, si è rivelato essere il più pesante ago della bilancia della storia elettorale della Repubblica Italiana.
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Negli stati più efficienti si ha il governo il giorno dopo,in italia,si discute per ottenere prima ,di sistemarsi tra di loro, e poi se rimane tempo ci sarà un governo di inefficienti