di Chiara Miccoli | 16 Febbraio 2018
In provincia di Brindisi – precisamente a Cerano – si erge una delle più grandi centrali elettriche d’Italia che, con i suoi 2640 MW, è conosciuta per essere anche una delle più pericolose per via del massiccio inquinamento atmosferico.
Le polveri tossiche rilasciate dagli scarti di produzione, pur essendo state “assolte” da Enel Produzione (la quale ha affermato la non pericolosità dei rifiuti smaltiti dalla Centrale), continuano a preoccupare i cittadini di Brindisi e Provincia.
Negli ultimi anni è stato portato avanti uno studio da ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente) che aveva lo scopo di mettere sotto osservazione la storia clinica di circa 223000 residenti nell’area di Brindisi, Carovigno, Cellino San Marco, Mesagne, San Pietro Vernotico, San Vito dei Normanni e Torchiarolo.
Durante il periodo di monitoraggio dei cittadini prescelti, durato circa due anni, è emerso un dato che spaventa e fa riflettere: le malattie, nell’arco di tempo in cui ci fu la massima attività della centrale, aumentarono a dismisura.
Tante le iniziative portate avanti negli anni per dire NO AL CARBONE, tanti gli slogan, le mobilitazioni. Ed è bello sapere che un segnale concreto giunge anche da parte dell’Associazione guagnanese “Virulentia”, che tra i fondatori vede Gaetano Mangia, Marco Conoci e Luca De Paolis.
Nata nel 2015 da precedenti collaborazioni nel mondo dell’audiovisivo, Virulentia è composta da registi, operatori, montatori, professionisti del settore e appassionati di cinema. L’obbiettivo dell’Associazione è sicuramente quello di trasformare i lavori in storie da raccontare e di essere una vera e propria cassa di risonanza costruita attorno alle storie di chi si rivolge a loro.
Quello che i ragazzi di “Virulentia” hanno messo su è progetto tanto delicato quanto importante: “Aria Prima”, sarà un cortometraggio che avrà lo scopo di informare gli spettatori e portarli a conoscenza di una realtà pericolosa e profondamente vicina.
«L’esigenza di raccontare questa storia – racconta Gaetano Mangia in un’intervista rilasciata ad Arcipuglia – nasce dalla nostra consapevolezza di cittadini di un luogo magnifico, in cui bisogna chiarire che l’inquinamento esiste. Nasce dalla voglia di guardare in faccia lo sfruttamento scellerato del nostro territorio, dalla voglia di prendere in analisi le conseguenze, spesso sottovalutate, che queste scelte hanno sulle singole persone. Per questo vogliamo raccontare dei momenti intensi, come quelli della malattia, che molto spesso vengono vissuti dal nucleo famigliare in completa solitudine».
“Aria prima”, racconterà la storia di una famiglia qualunque, una famiglia come tante che, in un giorno come tanti, si ritrova faccia a faccia con il nemico più temuto: la malattia.
La serenità e la quotidianità di una vita tranquilla, verranno sconvolte da un brutto male che colpirà il padre; Mario, infatti, dopo aver fatto degli esami clinici scoprirà di essere gravemente malato e di dover subire un’operazione d’urgenza. Entrambi i genitori, decideranno di non parlarne ai figli per non destare preoccupazione. La giornata dei ragazzi continuerà a scorrere tranquilla con Andrea, il maggiore, che si allenerà con la sua squadra di calcio per la finale del torneo e Mirko che farà le sue immersioni. Ma il giorno dell’operazione incombe e coincide con la finale del torneo. Mario, con Angela sempre al suo fianco, verrà accompagnato in tutta fretta in sala operatoria. Mirko, rimasto solo in casa, scoprirà il dramma familiare trovando la cartella medica del padre. Andrea, sceso in campo, noterà con enorme sorpresa che i suoi familiari non occupano i soliti posti sugli spalti. In un intreccio di stati d’animo ognuno dei personaggi dovrà affrontare la propria sfida personale. Sarà il “respiro” il vero collante emotivo della famiglia, l’apnea la metafora di uno spazio puro, i sogni, distorti dalla malattia, lo spettro emozionale. Ogni storia sembra così rimanere sospesa, poiché nel complesso della casualità, ogni finale può accadere, ogni interpretazione e immedesimazione è possibile.
I ragazzi di Virulentia, che hanno lavorato intensamente alla scrittura del progetto, hanno sentito poi l’obbligo morale di trovare le risorse anche per poterlo realizzare. Per questo motivo è nata l’idea di mettere su una campagna crowfounding, nell’ambito della quale sono stati coinvolti anche altri artisti che realizzeranno delle cartoline ispirate al film. La campagna crowfouding, a cui si può partecipare visitando il sito www.produzionidalbasso.com/project/aria-prima-cortometraggio/, permetterà di contribuire in prima persona alla realizzazione di un lavoro che è essenziale, che è la scommessa di tre ragazzi, ma che non ha nulla di improvvisato. A tal proposito sempre Mangia dice: «Abbiamo messo a disposizione tutte le nostre competenze, dedicando molto tempo a questo progetto. Non volevamo fare un film già visto, ma al contempo volevamo farci capire. È stata dura, ma pensiamo proprio di esserci riusciti, ora la palla è passata alla platea del crowdfunding. L’unico ostacolo attuale è la riuscita della campagna, l’obiettivo che abbiamo prefissato è il budget minimo che servirà per coprire tutte le spese di produzione. Diciamo che per partire con il progetto ci serve solo che ci ripassino la palla».
Il progetto, che verrà realizzato in collaborazione con Arci Lecce, Arci Brindisi e Produzioni dal Basso, è il simbolo di un impegno profondo e sentito; quello che l’Associazione Virulentia realizzerà sarà un cortometraggio che porterà il nome di tutti coloro che avranno contribuito a renderlo possibile. Anche una piccola somma farà sì che si possa raggiungere l’obiettivo di 6000€, budget minimo prefissato dagli addetti ai lavori.
Ci sono ancora 73 giorni per contribuire all’iniziativa e basta veramente poco per rendere realtà un progetto unico e speciale, che porta alla luce le voci e le emozioni della gente che lotta contro il male.
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