Connessioni Relazionali / Guagnano
di Anna Paola Bianco | 04 Settembre 2022
Una parola per me al contempo complessa e semplice, ma generatrice di infinite connessioni. E per voi? Anche nell’atto di scrivere e l’altro che legge si genera una relazione. Nell’incontro tra inchiostro e carta, nasce una relazione e potrei continuare con altri esempi all’infinito. Noi siamo il frutto di una relazione: la relazione di attaccamento tra madre-bambino, per dirla alla WINNICOTT, o pensando ad ancora prima, una relazione ancestrale tra grembo materno e feto, dove il simbolo di legame è il cordone ombelicale. Relazione genera contatto, legame, affetto, amore, ma anche conflittualità, aggressività, azione, cambiamenti.
Voi , come la sentite?
Non è facile parlare di relazione, perché attraverso la relazione prendiamo forma, ma anche vuoto e annullamento. Relazione è tutto quello che unisce, che lega tra due entità o più. La relazione è un incontro tra sé e l’altro, ma ancor prima la relazione SIAMO NOI : SIAMO relazione e SIAMO IN relazione. La relazione dovrebbe avere un ingrediente esperenziale basilare, che è la consapevolezza. La consapevolezza è uno stato naturale dell’essere, dell’ESSERCI: un ‘ esperienza della vera autentica presenza. La Presenza, intesa come lo stato di piena esperienza del Reale, a cui partecipa l’individuo totale se vi è la coscienza. E, per esserci nella totalità e integrazione, dobbiamo avere una consapevolezza corporea, emotiva e mentale, in modo da vivere in modo unico, autentico e proprio nel ‘qui ed ora’. Una consapevolezza che io chiamo “relazione della Persona”, grazie alla quale passiamo alla domanda: chi sono io? Anche se, nella realtà, la risposta è in continuo mutamento, perché noi siamo in continuo movimento, anche in un momento di fermo. Il corpo è una forma di coscienza “se la mente non lo impedisce”. Perché dico questo? Secondo l’approccio di benessere, ci deve essere una relazione di fluidità tra mente e corpo: più semplicemente, se la mente funziona troppo vi sono alcune parti del corpo che vengono inibite o quantomeno non hanno un funzionamento armonico emotivo. Un esempio pratico: se i miei pensieri non mi abbandonano mai, sono in continuo movimento, sarò più predisposto/a a non avere un ciclo di sonno-veglia non equilibrato. Oppure, quante volte ci è capitato di dire: ‘sono ansiosa, mi manca il respiro ’. Per andare in extremis, la relazione con l’alimentazione, quando diviene patologica, ne è un esempio: un ipotesi che va in questa direzione, ( approccio bioenergetico LOWEN) spiega che ciò avviene se c’ è sta un ‘interruzione nella relazione mente-corpo, relazione che non è più caratterizzata da circolarità, ma da un corpo non percepito, non sentito come proprio o sentito come un sacco vuoto, dove la persona ha perduto la sensazione di se stessa.
Pertanto quello che succede nel corpo e quello che accade nella mente sono funzionalmente corrispondenti. Se cambia la consapevolezza di sè, l’espressione di se e la padronanza di se a livello intellettuale-cognitivo, si accompagna armonicamente una diversa postura e le tensioni muscolari tendono a sciogliersi, offrendo all’individuo una grazia nei movimenti e nell’espressività corporea. Allo stesso modo, umiliazioni, ingiustizie, sofferenze psicologiche reiterate si incarnano ed il corpo comunica la storia di un individuo.
Pertanto vi lascio con una carezza
“Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo,
una volta che si è imparato a leggerlo.
Alexander Lowen
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l’articolo si presenta interessante ai lettori, anche se tenterei di usare un linguaggio meno tecnicistico e piu’ fruibile.buono