di Redazione | 12 Agosto 2014
È stata ufficializzata in queste ore la nascita del comitato NO-TOSI che in questi giorni si è riunita freneticamente per discutere delle contromisure da intraprendere nei confronti dell’ormai notoria scelta del primo cittadino guagnanese.
Il comitato, formato da liberi cittadini assolutamente contrari alla premiazione del leghista Flavio Tosi con il premio principale della serata, in occasione del premio, appunto, Terre del Negroamaro, è stato battezzato Comitato Negroamore ed ha come simbolo un grappolo d’uva che assume le sembianze di un cuore. Del comitato, a pari livello di tutti gli altri partecipanti, fanno parte anche i consiglieri di opposizione Gianvito Rizzo, Massimiliano Guerrieri e Pino Rizzo.
Di seguito il comunicato ufficiale:
«Non è nostra intenzione fare polemica di “bassa lega” o accusare aprioristicamente un personaggio politico per il suo colore così come siamo stati accusati; la costituzione del suddetto comitato affonda le ragioni nell’immotività di tale assegnazione.
Un premio che nasce con il preciso intento di celebrare le eccellenze, la dignità di un sud che con la sua identità sa distinguersi, ma soprattutto un premio che dovrebbe essere assegnato ad una personalità che si è spesa per questo territorio, per dire in parole povere “ha lasciato il segno”.
Il comitato NegroAmore si oppone a questa premiazione perché le ragioni dell’assegnazione celano a stento interessi politici e affaristici e snaturano in toto il significato del Premio “Terre del Negroamaro”, dimostrando l’inconsistenza della visione di sviluppo del territorio di questa amministrazione.
Flavio Tosi, il sindaco della città del Vinitaly, sarebbe meritevole di un premio, secondo gli organizzatori e gli amministratori, «per aver ospitato decorosamente le sette cantine guagnanesi al salone internazionale del vino».
È bene dire, giusto per la cronaca, che il Vinitaly nasce nel lontano ’67. Il sindaco Tosi nel ’69, due anni dopo. Lo scarto anagrafico ci dice che non vi è alcun merito evidente dell’attuale Giunta di Verona sullo sviluppo della nota vetrina vinicola internazionale.
Non è trascurabile tralasciare che la presenza in uno dei padiglioni della fiera, da anni affinata sulla politica del marketing, comporta un esborso economico non indifferente per ogni metro-quadrato occupato. E che il costo per ogni espositore deriva, addirittura, in base al posizionamento logistico della postazione desiderata. Le cantine di Guagnano che, oggi come ieri, sono presenti a Verona, lo sono, pertanto, non per benevolenza di Tosi o della città veronese ma per interesse e convenienza dell’Ente Autonomo per le Fiere di Verona, soggetto di natura privata e con missione non certo filantropica.
Il vero capitale, rappresentato dal vino, in quel luogo lo portano le aziende vitivinicole che arrivano da tutta Italia e dal mondo e che numericamente superano le quattromila unità.
Posto in rilievo quest’aspetto, ne viene fuori la logica di fondo che intride la motivazione: se non è «arruffianamento» come ipotizza il direttore di telenorba Enzo Magistà, allora possiamo dire che porta il vizio di una evidente concezione di incrostata subalternità. Una paradossale forma di patologia politica, quella della subalternità, che come popolo orgogliosamente meridiano cerchiamo di contrastare, ponendo al centro un pensiero del sud che sappia guardare al massimo dell’autonomia. Come “soggetto del pensiero” che “non deve essere studiato, analizzato e giudicato da un pensiero esterno, ma deve riacquistare la forza per pensarsi da sé, per riconquistare con decisione la propria autonomia”, per citare il massimo esponente del pensiero meridiano.
Subalternità che offende le tante famiglie che hanno visto partire i propri figli da un sud che, anche a causa delle politiche perpetrate da venti anni dall’ala politica a cui il sindaco Tosi appartiene, non è riuscito a sviluppare le proprie potenzialità in Italia e in Europa.
Ringraziamo gli artisti Paola Turci e Nabil per la loro presa di posizione contro questa scelta; dobbiamo ringraziarli doppiamente perché con le loro dichiarazioni hanno fatto chiarezza sui tentativi di riscrivere questa storia recente. Questi artisti hanno ritirato la loro partecipazione non per le polemiche nate su questo premio ma perchè anche loro non riconoscono in Flavio Tosi una persona meritevole di ricevere un premio dichiarando: “Mai sul palco con Tosi”.
Nonostante siamo grati per la condivisione delle ragioni, non gioiamo ovviamente per questa decisione in quanto la comunità di Guagnano e Villa Baldassarri perde l’opportunità di godere di un evento culturale di qualità per una decisone scellerata di organizzatori e amministrazione.
Noi abbiamo a cuore le sorti della nostra comunità.
Il Comitato di liberi cittadini e cittadine prende il nome “NegroAmore” per lanciare il messaggio che siamo una terra accogliente capace di camminare con le proprie gambe e che il nostro attivismo è mosso puramente da un sentimento che ci lega a questi territori che vogliamo semplicemente difendere.
Cogliamo l’occasione per annunciare che il Comitato adotterà ulteriori iniziative per far sì che l’assegnazione del premio a Tosi sia ritirata in favore di una personalità effettivamente meritevole di riceverlo e nell’eventualità ci dichiariamo a disposizione dell’organizzazione e dell’amministrazione perché la scelta sia frutto della condivisione del territorio».
11 Febbraio 2014
12 Febbraio 2016
24 Gennaio 2016
28 Novembre 2017
26 Gennaio 2018
2 mesi ago
26 Gennaio 2018
Tutti i cittadini italiani portano in dichiarazione fiscale...26 Gennaio 2018
Nel calcolo dell’Indicatore Situazione Economica...26 Gennaio 2018
La formula di ospitalità del bed and breakfast (B&B)...26 Gennaio 2018
L’assegno al nucleo familiare (ANF) è un sostegno...