di Redazione | 20 Marzo 2015
Non si placa la polemica attorno all’ormai nota questione che vede al centro del dibattere la Prometeo srl, società in house del Comune di Guagnano. Solo qualche giorno fa il consigliere d’opposizione Massimiliano Guerrieri aveva sollevato la questione della “trasparenza” sottolineando l’assenza dagli archivi on line del sito istituzionale del Comune del bando relativo alla selezione per incarichi a tempo determinato in sostituzione del personale assente. Subito era giunta la smentita dell’amministratore unico Antonella Latorre, secondo cui il bando è regolarmente presente negli archivi del sito web. Ma, a quanto pare, i conti non tornano, dal momento che il consigliere Guerrieri torna ancora una volta sulla trasparenza e, con il suo nuovo intervento, intende dimostrare come la visualizzazione del bando risulti fattibile solo a chi dispone delle chiavi di accesso al sito e non anche all’utente comune. Ecco cosa dice a riguardo.
«Intanto, per non perdere di vista il nodo della questione sulla formazione della graduatoria, che senza dubbio tocca diversi aspetti, avremmo preferito che l’amministratore unico della società si sperticasse per fornire ragguagli ai cittadini sulle domande poste e non risposte. Senza sprecare, di fatto, un’altra opportunità per mostrarsi cordiale.
Riformulo, così, la domanda di fondo: se nessuno dei candidati ha mai prestato servizio per la Prometeo, con quale criterio si procederà nella scelta a parità di punteggio?
Detto questo, ritorno brevemente sul tema della trasparenza. La risposta adeguata, da parte di un amministratore pagato con i nostri soldi, in contestazione alla critica di irreperibilità del bando sarebbe dovuta essere: “il bando c’è, ma solo per chi amministra il sito”; oppure “il bando c’è, ma non si vede”; o ancora “il bando c’è stato, tanto tempo fa, per chi è riuscito a navigare nei remoti meandri della piattaforma web”. Ma di espressioni siffatte nemmeno l’ombra. Si è scelto di opporre un muro di gomma al buon senso del confronto sul merito. E, di modo che, per accreditarne la presenza e contraddirne le mie affermazioni, l’amministratore della Prometeo si avvale di una stampa recuperata tramite una chiave di accesso riservata al personale (notare la parte evidenziata sul lato sinistro della stampa che qui sotto vi pubblico). Tutto al fine di smentirmi, non certamente per fare chiarezza. Si rende, a tal punto, lapalissiano che neppure lei sapesse come reperirlo.
Il bando, rintracciabile dopo aver messo a dura prova anche uno smanettone, è stato pubblicato in maniera non trasparente sulle pagine del sito ma non sull’Albo pretorio (sono due cose diverse). Episodio che implica di per sé una potenziale illegittimità, considerato che, tra l’altro, lo stesso bando ne prescrive la trasmissione all’Albo con art. 17 pubblicità e informazione (cfr. con l’immagine dell’Albo).
Infine, per non farla lunga. Un bando pubblico, accessibile a tutti, non deve essere una snervante caccia al tesoro.
Penso che, in un paese maturo, ad un errore marchiano, si sarebbe potuto rimediare con semplici e garbate scuse. In un paese kafkiano come il nostro, incomprensibilmente, si sceglie di trincerarsi dietro uno stizzito negazionismo, figlio di un’agitazione nervosa in cerca di un’inammissibile scalata sugli specchi».
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