di Francesca Gravili | 25 Gennaio 2017
RECENSIONE | L’ultimo dei poeti ha colpito.
La sua ironia, la tristezza, la voglia d’amare e i Negroni rendono il romanzo D’amore si muore, ma io no, un capolavoro.
L’autore in questione è Guido Catalano, poeta e performer che porta i suoi libri (e la sua barba) in giro per l’Italia.
Non abbiate paura delle quattrocento pagine circa da cui è formato il libro; la bravura di Catalano consiste nel renderle piacevoli, semplici, senza troppi artifici e i suoi capitoli sono alquanto brevi.
Il poeta narra l’inizio di un’avvincente storia d’amore, della difficoltà di muoversi nell’affascinante e complesso mondo dell’amore e del sesso.
Il protagonista, Giacomo, è un poeta e conosce Agata, un’aracnologa della quale presto si innamorerà, in aereo, in un viaggio Torino-Palermo.
Le passioni in comune sono tante, Agata spiega attentamente il proprio lavoro, anche se Giacomo ha una vera fobia per i ragni.
Si conoscono e Giacomo ha quello che si dice un vero e proprio “colpo di fulmine”.
Si ritroveranno presto nello stesso locale, lui a recitare le sue poesie d’amore e lei a guardarlo, estasiata.
E’ una storia di amicizia, di famiglia, di piccoli tradimenti, colpi di scena e tanta poesia.
Un libro che leggerete in pochissimo tempo perché tanta sarà la voglia di entrare nel mondo di Giacomo e delle sue avventure.
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