di Sabrina Colletta | 08 Marzo 2017
Il Piano di Riordino Ospedaliero per la Regione Puglia 2017, ormai approvato, sta per essere messo in atto portando con sé una scia di polemiche, preoccupazioni e proteste da parte di amministratori e cittadini e possibili disagi e difficoltà. In particolare, il nosocomio di Campi Salentina sembra non smettere di ricevere cattive notizie. Non bastava l’annuncio della proposta di chiusura del prestigioso laboratorio di analisi da declassare a centro prelievi: ora arriva anche la notizia della possibile e prossima chiusura dello storico punto di primo intervento con relativa postazione 118.
L’Asl di Lecce ha già stabilito le date in cui, ormai quasi con certezza, avverranno i vari cambiamenti alle strutture presenti sul territorio secondo quanto previsto dal Regolamento del Piano di Riordino Ospedaliero: la chiusura del Punto di Primo Intervento del “San Pio da Pietrelcina” di Campi Salentina è prevista per il 31 maggio prossimo.
Le reazioni di amministratori e cittadini sono piuttosto dure, tanto che il Sindaco di Campi Salentina Egidio Zacheo si è detto «deluso dal Piano di Riordino» ed intenzionato a portare le sue motivazioni sul tavolo della Regione di Puglia, per esprimere davanti al Governatore le sue preoccupazioni in merito. Il punto di primo intervento di Campi Salentina, infatti, è presente, attivo ed utile al territorio da lunghi anni ed ha aiutato a gestire il carico di lavoro delle altre strutture ospedaliere della zona. Declassando il nosocomio campiense ed effettuando tagli su tagli, infatti, non si farà altro che sovraccaricare il “Vito Fazzi” di Lecce, ottenendo l’esatto contrario di quanto auspica lo stesso Piano di Riordino.
L’obiettivo dei molteplici cambiamenti che interesseranno le strutture sanitarie regionali, infatti, è quello di concentrare i servizi e specializzare i centri al fine di renderli più efficienti. Agli occhi dei cittadini, però, tutto ciò sembra una mera utopia che in realtà si traduce nel disagio per non poter più contare sulle strutture più vicine alla propria residenza, mentre agli occhi di tanti dipendenti il Piano di Riordino vuol dire solo timore di possibili dimissioni.
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