di Isabella Monte | 10 Giugno 2017
Il 29enne Paolo Guadadiello, residente a Trepuzzi, già noto alle Forze dell’Ordine, per una condanna, solo qualche settimana fa, a 9 anni per aver sparato, tempo fa contro un auto con bimbi a bordo è stato raggiunto da una pena di 6 anni e 8 mesi.
Per due anni, senza minacce esplicite, ma con atteggiamenti da “boss”, ha estorto consumazioni a danno del bar Movida di Squinzano, in alcuni casi facendo anche spaventare eventuali clienti presenti nel locale, che scappavano al suo ingresso, provocando ulteriori danni economici.
Considerato, in Squinzano un capo banda, non gli risultava difficile ottenere la remissione del proprietario del locale.
L’episodio culminante risale all’ 11 settembre scorso, quando il Guadadiello, dopo aver bevuto e aver perso soldi alle slot-machine, ha sfogato la sua rabbia sfasciando arredi del bar, costringendo poi il titolare a rimettere in ordine.
L’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso è stata emessa dal Pubblico Ministero Maria Vallefuoco, basandosi sulle indagini condotte dai carabinieri di Squinzano guidati dal maresciallo Giovanni Dellisanti, e sulla testimonianza della persona offesa.
Per la linea difensiva del Guadadiello, l’avv. Ladislao Massari e l’avv. Valeria Corrado impugneranno la sentenza in appello ritenendo inattendibili le dichiarazioni del titolare del bar.
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