di Irene Strafino | 02 Marzo 2018
L’Associazione vegliese “Nolimetangere”, che si occupa di animali abbandonati e bisognosi di cure, indirizza una lettera ad Amministratori e cittadini, nella quale viene messa in evidenza l’inadeguatezza di alcuni canili vegliesi e la problematica dovuta alla mancanza di un vero e proprio programma, mirato alla prevenzione e alla risoluzione del fenomeno del randagismo nel territorio. L’Associazione con la lettera vuole far presente alle istituzioni tale disagio, nella speranza di trovare presto una soluzione e se ciò non dovesse succedere, l’Associazione vegliese si dichiara pronta a rendere pubblico quanto accade. Di seguito il testo della lettera: «Parole, solo parole, quelle che da mesi sentiamo da parte di amministratori e istituzioni sul problema del randagismo. Come Associazione abbiamo il dovere di denunciare che il nostro territorio è totalmente privo di azioni rivolte alla prevenzione e risoluzione del fenomeno randagismo. Le amministrazioni comunali si limitano a rinchiudere i cani randagi in un canile privato, pagando 2 Euro al giorno più Iva per cane di soldi pubblici, senza vigilare o controllare come vengono spesi i loro soldi (I nostri soldi). Il Canile Privato di Campi Salentina ospita diversi randagi del Comune di Veglie e di altri comuni limitrofi. Teniamo a precisare che questo canile è stato più volte considerato inadeguato dall’Asl e posto sotto sequestro, ma nonostante questo continua a rimanere operativo. Chi dovrebbe vigilare su questi canili privati per garantire una vita dignitosa a delle povere anime, condannate solo per il fatto di essere nate cani? In seguito ad una visita eseguita dalla nostra Associazione in tale canile, si riscontra che i cani restano lì rinchiusi per anni senza nessuna possibilità di un’adozione, sono denutriti, malati, esposti al freddo e alle intemperie, abbandonati a loro stessi. Questo canile non può e non deve più essere gestito in questo modo e si deve trovare urgentemente una soluzione adeguata al problema. Eravamo molto amareggiati che le nostre richieste d’aiuto fossero completamente ignorate. Ora siamo molto arrabbiati e pretendiamo che le istituzioni si sveglino! Ci rivolgeremo alle autorità, alla stampa, alla TV e renderemo pubblico quanto accade. Vedremo se poi, qualcosa si muove».
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